Il puttano e la pappona


Ray (Thomas Jane) e Tanya (Jane Adams)

Cosa avrà questo nuovo telefilm, Hung, perché tutti ne parlano? Ok, vediamolo. Divorato. Dieci episodi, andati in onda tra l’estate e l’autunno scorso dulla rete HBO. Una storia che sembra solo una trovata divertente – un allenatore di basket in serie difficoltà economiche decide di far fruttare il suo grosso coso prostituendosi per sbarcare il lunario  – ma che fin da subito mostra una complessità di tutto rispetto. C’è l’America che se ne va a puttane (in senso lato), con la crisi che tocca ogni fascia sociale. Ray, il nostro eroe, certo, ma anche il marito dermatologo dell’ex moglie. E insieme alle basi del capitalismo si sgretolano certezze, scenari, relazioni e sentimenti. In questo Hung, slang per “ben accessoriato”, è un telefilm corale, dove tutti i personaggi hanno il loro spazio e compongono un pezzo della situazione, interpretati da attori che abbiamo già visto in Tv e al cinema, facce familiari e perfette per il ruolo. Ci sono anche scene di sesso divertenti e abbastanza esplicite ma non è questo il punto: fare il puttano (o gigolò che dir si voglia) non è così facile. Bisogna reinventarsi, sapersi vendere, avere a che fare con situazioni mica tanto lineari e, soprattutto, bisogna rimediare le clienti. Tanya, la storia di una notte di Ray, una poetessa un po’ sfigata che non ha niente in comune con lui, si propone come la sua pappona. Da qui si sviluppa il rapporto principale della storia. Una specie di alleanza di affari tra due che hanno bisogno di soldi, o bisogno tout court, che è però anche un’amicizia sbilenca e mai banale, tenera alla fine. Ray è un ex vincitore che deve vedersela con il crollo di tutto quello che si è costruito: il lavoro che sta perdendo, la casa che è andata a fuoco (vive in una tenda nel suo giardino), le aspettative dei due figli emo-adolescenti e l’ex moglie che lo ha lasciato. Tanya è una perdente da sempre: troppo incasinata, sensibile e complessata per affrontare il capitalismo sentimentale. Tutto si sfascia e cambia assetto, come sabbie mobili, mentre ognuno di loro cerca di non affogare salvando un minimo di umanità. Arrivando all’ultima puntata (dove Tanya legge Donne che corrono con i lupi e possiamo immaginare una rivalsa nella seconda serie) ti rendi conto che il bello della serie sta nella sua verità: preparatevi tutti a diventare presto puttani o papponi.

3 pensieri su “Il puttano e la pappona

  1. Serie televisiva di propaganda massonico-femminista (come la maggior parte, del resto) tesa ad inculcare nelle donne, specie giovani, il disprezzo e l’odio per l’uomo al fine di destrutturare la società.

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